Quando ho scritto il post sullo storytelling nel mondo del vino, qualcuno mi ha fatto notare che non avevo ancora raccontato la mia storia e mi ha chiesto di scrivergliela. Dato che nella pagina “chi sono” non sono volutamente scesa nei dettagli, ho pensato fosse il caso di riprendere qui alcuni passaggi salienti. Specialmente quelli che riguardano il mio “innamoramento enologico”.
La mia storia inizia a Legnago, nella bassa veronese, fra i brulli paesaggi avvolti nella nebbia d’inverno e i cocenti campi coltivati a mais d’estate. Terminato il liceo linguistico mi sono trasferita a Gorizia per studiare Relazioni Pubbliche d’Impresa, un corso di laurea che mi ha permesso di continuare lo studio delle lingue straniere, mia grande passione, e di approfondire le principali tematiche della comunicazione.
È stato proprio a Gorizia che ho avuto il mio primo innamoramento per il mondo del vino.
Guardando dal finestrino del treno rimanevo ogni volta affascinata dagli splendidi paesaggi vitati del Collio e ne volevo sapere di più. Così, quando nel 2007 mi si presentò l’occasione di fare uno stage nell’ufficio promozione del Consorzio Collio, colsi la palla al balzo.
Ricordo ancora l’odore che sentii appena varcata la porta della sede di via Gramsci a Cormons. Proveniva dal laboratorio al piano terra, e divenne subito familiare.
Era il mese di marzo e tutto l’ufficio era in gran fermento: la presidente in carica rassegnò le dimissioni a pochi giorni dal mio arrivo e bisognava eleggere il suo successore, si doveva organizzare la partecipazione a ProWein e agli inizi di aprile ci sarebbe stato il Vinitaly. In quel periodo erano a corto di personale e sapendo che ero di Verona mi chiesero di partecipare alla fiera.
Per me fu un’esperienza straordinaria, faticosa ma esaltante: imparai ad usare il cavatappi da sommelier, a versare il vino senza farlo gocciolare, a spiegare la composizione del terreno, a raccontare il vino e il territorio. Ma non solo, imparai a comunicare con le persone, ad ascoltarle, a capire che cosa cercassero, a chi versare un vino piuttosto che un altro.
Poco dopo terminai lo stage e ripresi lo studio normalmente, ma ormai il seme era piantato e dentro di me piano piano cresceva la curiosità per il mondo enologico. Con il Consorzio partecipai anche alle edizioni successive del Vinitaly, nel frattempo mi laureai e trovai lavoro in un’agenzia di comunicazione di Verona. E qui iniziò la mia avventura fra comunicati stampa e recall telefonici, conferenze ed eventi da organizzare, fiere internazionali cui partecipare. Un’altra passione stava conquistando il mio cuore e, nonostante le difficoltà del momento, non avevo intenzione di allontanarmene.
Accettai così un’offerta di lavoro in un’agenzia di ufficio stampa di Udine, e mi trasferii qui. L’interesse per il mondo del vino si faceva sempre più forte, così nel 2013 decisi di iscrivermi al corso per Sommelier dell’Ais del Friuli Venezia Giulia. Una scelta azzeccata in un anno che ha segnato la mia svolta professionale: i metodi di lavoro dell’agenzia non mi piacevano più, e d’altronde non ne avevo mai condiviso i valori, così lasciai il posto e iniziai a lavorare con un’amica che si era messa in proprio un paio di anni prima.
Un’esperienza che è durata due anni e che mi ha permesso di sviluppare e affinare le mie capacità, il mio approccio al cliente, sempre più orientato alla personalizzazione del servizio, la mia formazione. Nel frattempo sono diventata giornalista pubblicista e ho conseguito il diploma di Sommelier, un bel traguardo che però fin dall’inizio ho inteso come un punto di partenza, perché credo che non basti avere un diploma per sapere ascoltare ciò che una bottiglia ha da dirti, anzi.
Ed ecco che arriviamo ai tempi più recenti: a settembre 2015 mi sono sentita pronta per iniziare un’altra avventura e sono diventata libera professionista.
Intenzionata ad unire la mia professione di addetto stampa e pr alla mia passione enoica, voglio mettere le mie capacità e conoscenze a servizio delle realtà del territorio, per aiutarle a comunicare bene ciò che sono e ciò che fanno, così che gli altri le conoscano e le possano apprezzare.