Sono quasi dieci anni che frequento il Vinitaly, che quest’anno di anni ne ha compiuti 50. Un gran bel traguardo per la fiera, la mia città e gli espositori, ma anche per me… in fin dei conti 10 anni sono su per giù un terzo della mia vita (!).
Ci sono sempre stata per lavoro, le prime volte da addetta alla mescita dietro il bancone del Consorzio Collio, poi da addetto stampa e da professionista della comunicazione in generale.
Devo dire che per me questa edizione è stata un po’ una rivelazione. Ho avvertito un’energia positiva e propositiva. Per me non ci sono stati intoppi o problemi logistici. Certo, ci sono stata solo una giornata, ma me la sono proprio goduta dall’inizio alla fine.
Ho avuto modo di assaggiare ottimi vini e incontrare persone speciali. Non voglio fare nomi o parlare di etichette, non è questo il luogo adatto. Voglio cercare di fermare su carta – o meglio sullo schermo – un po’ di quello che ho assorbito: emozioni, fiducia, impegno e passione per ciò che si fa.
Ho incontrato persone genuine e schiette: vignaioli che recuperano vitigni dimenticati e quasi persi; sommelier che promuovono vino e territorio in maniera coinvolgente e sincera; giovani che portano avanti tradizioni di una volta.
In particolare, sono state le donne a colpirmi. Donne forti e sicure di sé, che credono in tutto quello che fanno e ci mettono il cuore. La loro gentile determinazione è un’autentica ispirazione per il presente e il futuro.
Per me questo Vinitaly ha un bilancio positivo: mi ha fatto capire che sono sulla strada giusta.