Buono o Cattivo? Di che tipo è il tuo marketing?

Il bene e il male, il buono e il cattivo. Una delle dicotomie più utilizzate nella storia, nella letteratura, nella religione, nella filosofia, nella vita. E anche nel marketing. Oggi mi appello a questo grande binomio per raccontare come, volendo fare una valutazione dell’approccio al marketing da parte dei medio-piccoli imprenditori (ahimè, a volte anche grandi), dobbiamo subito distinguere fra due macro categorie: quella del “buon marketing”, meglio conosciuta come #lostaifacendobene, formata da chi il marketing l’ha capito e lo rispetta, e la categoria del “cattivo marketing”, nota agli addetti ai lavori come #lostaifacendomale (a volte #lostaifacendomalissimo), composta da chi il marketing lo scredita.

[ per chi non ha tempo e voglia di leggere consiglio di andare direttamente alla infografica che ho creato per riassumere i concetti ]

Troppo spesso mi è capitato di vedere che quando un’azienda ricorre al marketing, lo fa per affrontare un’emergenza di business (di solito un calo delle vendite), e non perché vuole conoscere desideri e bisogni del cliente. E questo non va affatto bene, perché il marketing fatto solo per vendere e non per apprendere e crescere, è un marketing che non porta a nulla.

Non a caso il cattivo marketing si concentra su tattiche a breve termine, piuttosto che su obiettivi lungimiranti. È un marketing urlato, di cui non ci si può fidare, che fa promesse che non può mantenere.

Il marketing alla #lostaifacendomale è stato pensato per convincere e persuadere, e non per ispirare, emozionare, creare relazioni, condividere opinioni. Il suo scopo è invitare il cliente a spendere e comprare, non a fare parte di una comunità o condividere i valori che stanno alla base di un brand. Per dirla con le parole di Giuseppe Morici (per chi non lo conoscesse è l’autore del libro che sto leggendo nella foto di copertina, Fare marketing rimanendo brave persone), questo tipo di marketing “non genera futuro, non genera trasformazione positiva in chi l’ascolta”. Viceversa, il buon marketing si sforza di comprendere quello che il cliente vorrà domani e poi crea la cultura per darglielo.

Il cattivo marketing si misura in numero di vendite, di click, di fan e follower. Freddi, sterili numeri contro emozioni, relazioni, opinioni.

Dagli utenti viene vissuto male perché disturba e invade la vita delle persone e, lasciando il vuoto al suo passaggio, viene presto dimenticato. E questo non è solo cattivo marketing, ma è un marketing che fa del male e si fa odiare. Perché, sempre secondo Morici, “il cattivo marketing è il vero nemico, il peggiore nemico del marketing”.

Quando invece ci si prende cura di ciò che si fa, si crea un buon marketing.

E tu? Di che tipo è il tuo marketing? Prova a darti una risposta consultando l’infografica qui sotto.

 

Marketing Buono vs Cattivo