Quando lavoravo in agenzia c’era un account che cercava di propinare a tutti i clienti, di qualsiasi settore, qualcosa di VIRAL: che si trattasse di un’azienda produttrice di pellet piuttosto che di una banca, l’importante era che il video o la campagna social creassero viralità e condivisione. O almeno così si sperava.
Siamo proprio sicuri che questa sia sempre una strategia vincente, una sorta di panacea che cura tutti i mali di un brand in difficoltà?
La risposta è no, e per un semplice motivo. Basta pensare al significato intrinseco della parola virale: un virus non fa distinzioni, infetta chiunque indiscriminatamente. Non ha un target particolare, non sceglie le proprie vittime in base a caratteristiche specifiche, ognuno è un bersaglio. Il suo unico scopo è sopravvivere.
Ma qual è l’azienda che fa della sopravvivenza il proprio metodo di business? Spero nessuna. Un’azienda è vincente se con il suo prodotto o servizio riesce a fare la differenza. Perciò anche quando comunica deve creare una reazione positiva in chi è già o può diventare un cliente, non di certo colpire a casaccio. Perché vale di più una manciata di like e condivisioni fatti dalle persone giuste, piuttosto che milioni da quelle sbagliate.
Secondo Bernadette Jiwa, brand strategist americana, queste sono le 10 regole da seguire per essere virali “con uno scopo”. Ovvero, come evitare di colpire a casaccio.
- Creare qualcosa che la gente vuole davvero.
- Sapere chi si vuole “infettare”.
- Assicurarsi di avere un buon motivo per “infettarli”, se non si vuole finire direttamente nello spam.
- Le persone vengono prima di tutto: con loro si deve parlare.
- Provare a cambiare come le persone si sentono, prima di provare a cambiare quello fanno.
- Capire ciò che colpisce maggiormente l’interesse dei propri clienti, e concentrarsi su quello.
- Dare alla gente qualcosa di concreto di cui parlare.
- Creare il passaparola su un prodotto o servizio consapevolmente.
- Fare in modo che dare alle persone un motivo per parlare del proprio prodotto o servizio diventi parte della cultura aziendale, e non una mera azione di marketing.
- Avere sempre uno scopo quando si promuove un’azione.
Per avere successo non si deve quindi fondare il proprio business su idee che vengono condivise nella frazione di un secondo, bensì su qualcosa che i propri clienti condividerebbero anche fra cent’anni. Perché è la qualità che conta.