Il gusto digitale del vino

Poco prima dell’estate la FleishmanHillard ha pubblicato una ricerca intitolata “Il gusto digitale del vino”.  Oggetto dell’analisi era il comportamento online delle più grandi aziende italiane – un campione di 25 aziende scelte in base a dati Mediobanca.
L’analisi ha preso in considerazione parametri sia qualitativi che quantitativi delle principali società del settore del vino Made in Italy.
Si è esaminata dunque la presenza sui social network, la presenza di una versione mobile del sito, l’esistenza di un sito e-commerce aziendale.

Questo è ciò che è emerso: a livello di canali social, in termini di presenza delle aziende, YouTube ha raggiunto Facebook (su 25 aziende, 18 hanno una pagina Facebook e un canale YouTube), dato che sottolinea la maggiore consapevolezza acquisita circa il potere dei contenuti video. Instagram e Pinterest, due social network più giovani ma dalle grandi potenzialità per il settore enologico, vedono entrambi la presenza di 6 sole aziende delle 25 prese in esame. Nonostante sia il social network da sempre più usato, l’account Facebook viene aggiornato settimanalmente nel 52,9% dei casi, nel 23,4% dei casi viene aggiornato quotidianamente o quasi. Ciò significa che quasi il 25% delle aziende non aggiorna il profilo neppure una volta a settimana.
A livello di siti web, l’e-commerce “diretto” è ancora appannaggio di pochissimi: ne dispongono solo 2 aziende su 25. Quasi tutti i siti sono invece disponibili nella versione mobile (tranne uno).
C’è quindi una volontà d’innovazione del settore vinicolo italiano, anche se il processo di digitalizzazione del business è ancora in consolidamento. Le principali opportunità sono legate soprattutto all’ottimizzazione dei siti, alla consapevolezza del valore a medio-lungo termine di una piattaforma ecommerce proprietaria e alla possibilità di esplorare social network nei mercati locali.

In un mondo in continua evoluzione, non posso che essere soddisfatta del fatto che le aziende vinicole siano sempre più consapevoli di quanto sia importante essere presenti nel web con contenuti in grado di creare dialogo, informare, educare e coinvolgere l’utente, anche se fanno ancora fatica a perseguire una linea strategica in tal senso.

Alla fine di questa analisi non posso però non chiedermi: se questo è l’atteggiamento delle cantine di grandi dimensioni, che dispongono di maggiori risorse, qual è quello delle più piccole? Seguono lo stesso trend? Io sono convinta di sì, e che nel loro piccolo stiano raggiungendo ottimi risultati.